martedì 14 agosto 2012

Travolti da un insolito destino nel grigio ufficio d'agosto


la mia espressione tipo usata al lavoro nella settimana di ferragosto 

Stamattina appena arrivato entro in segreteria per vedere se ci sono comunicazioni. Sono rientrate due segretarie e altre due sono partite. Una delle rientrate è N. un barilotto che si muove a scatti, una sorta di robocop uscito male. E’ stata in vacanza ma non lo diresti, ha la stessa identica espressione dell’ultimo giorno di lavoro, anche gli stessi vestiti temo.
M. invece è la segretaria più svampita del mondo. Ha un aria sempre un po’ “fané” che nasconde bene la voglia di non fare un cazzo. E’ stata un mese al mare e quest’anno credo sia l’unica quindi o è ricca e lavora per noia oppure è pazza. E’ rossa come un gambero flambé torturato da  Gianfranco Vissani e la prima cosa che mi dice è:
 “hai visto la cerimonia di chiusura dei giochi ieri sera?” lei è una tele-dipendente ai limiti della cura presso il S.e.r.t.
Non aspetta nemmeno la risposta che subito mi chiede:
 “dove le faranno il prossimo anno?” E io dico “cosa?” e lei “le Olimpiadi !” come dire kristo svegliati ! …

Alla macchinetta del caffè riesco a scambiare due chiacchiere con il sogno erotico del palazzo in cui lavoro. Una vera bomba ad orologeria. Oggi indossa jeans e camicetta bianca entrambi super aderenti ad un corpo che non ha nulla da invidiare ai sogni erotici dei teenager di mezzo mondo. Finalmente riesco ad imbastirci uno straccio di conversazione quando un nano da giardino, una mosca noiosa alta un metro e 40 mi saltella intorno dicendo “ho il pc che si spegne, ho il pc che si spegne, ho il pc che si spegne, …” il tutto come un mantra recitato da un santone indiano completamente strafatto di oppio e Arak (liquore alcolico indiano distillato da latte di cocco, patate e riso. Si narra che molte persone abbiano perso la vista dopo averlo bevuto).
Io la fulmino con lo sguardo, le lancio anatemi che farebbero cadere i capelli in un botto solo a un rasta giamaicano e farebbero tornare a peso forma Galeazzi. Cerco di tenere un tono serio e tranquillo mentre le mie ghiandole salivari secernono puro veleno, lo faccio per non smerdarmi con una scenata collerica/isterica di fronte alla dea sexy ma non serve a nulla. Lei mi dice “beh devo tornare nel mio ufficio, alla prossima allora”. Io seguo la nana storta con una pettinatura uguale quella di Woodstock dei Peanuts e vorrei tanto colpirla con una gomitata per poi farle passare il ferragosto rinchiusa nello sgabuzzino dove l’impresa di pulizie ripone i mocio usati per pulire i cessi.

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